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Nel 2018 scelsi di iscrivermi al partito di Italia Viva. È quello che incarna meglio la mia filosofia. Dal 2018 sono coordinatore a Vinci. 

Nello stesso periodo in cui avevo scelto di impegnarmi in politica in Italia, si è verificato un fatto eccezionale in Romania. Il 10 agosto 2018, in piazza a Bucarest, si erano riuniti più di un milione di rumeni, la maggior parte di loro provenienti dall’estero, per manifestare contro il governo corrotto. La diaspora rumena, l’emigrazione di rumeni all’estero, è stata per anni l’unica soluzione per molti giovani che hanno visto i loro sogni frantumarsi di fronte alle “regole” del sistema. Il loro fu un atto di protesta pacifico volto a chiedere l’allontanamento dei politici coinvolti in casi giudiziari. Il sistema era giunto a livelli di degenerazione tali per cui il partito al potere aveva insediato un suo uomo in ogni azienda, ente e posizione di rilievo.
La manifestazione finì con uno scontro tra polizia e militari da una parte e persone civili dall’altra. Ci furono lanci di lacrimogeni, qualche manganellata di troppo e centinaia di feriti. Alcuni hooligans furono pagati per accendere dei focolai di rivolta, in modo tale da giustificare l’intervento armato delle forze dell’ordine. Finì in un bagno di sangue.
Fu anche aperto un fascicolo in tribunale, ma le prove furono ben presto insabbiate. Tutti assolti, nessun colpevole. 

A quel punto era chiaro che per cercare di riprenderci la democrazia era necessario agire dall’interno: creare un partito politico e candidarsi alle future elezioni. 

Fu così che assieme ad altri due imprenditori rumeni, entrambi residenti all’estero, fondammo il PDU, acronimo di Partidul Diaspora Unita: il Partito della Diaspora Unita. Appoggiarono la mia idea anche gli imprenditori Marius-Simion Mocan, dall’Inghilterra, e Adrian Bogdan Cadar, dalla Spagna. 

Scrissi di mia mano il programma. Il partito ha un orientamento di centro-destra, il che può sembrare una contraddizione vista la mia iscrizione a un partito di centro- sinistra in Italia. Il fatto è che nella politica di oggi parlare semplicemente di destra o sinistra significa ridurre troppo i concetti e appiccicare etichette stereotipate a idee di pensiero più complesse. Ogni partito deve avere uno scopo funzionale al territorio nel quale è chiamato ad operare e in Romania c’era bisogno di un partito che si opponesse alla dittatura del partito comunista. Sono poi le persone e i programmi a contare più di ogni altra definizione teorica. 

A proposito del PDU: il partito fu fondato nell’ottobre 2019. Secondo la procedura, sarebbero stati sufficienti un massimo di tre mesi per valutarne lo statuto e approvarne la costituzione da parte della Corte. Invece ci furono dei ritardi inspiegabili che fecero slittare la procedura di diversi mesi, non consentendoci di candidarci in tempo utile per le successive elezioni. A giugno i sondaggi ci davano al 12%. Ma di fatto non potemmo partecipare. Passò un anno prima del nulla osta definitivo, sicché siamo nati ufficialmente il 9 ottobre 2020. 

Abbiamo messo da parte il rammarico e abbiamo sfruttato tutto quel tempo per crescere, farci le ossa e aumentare i nostri iscritti, che oggi sono arrivati ad un numero molto importante. Ci servirà per le elezioni del 2024. 

Intanto è proseguito anche il mio impegno in Italia. Il mio obiettivo è quello di contribuire a migliorare la nostra società partendo dal basso. Ogni individuo deve avere la possibilità di esprimere il suo potenziale nel perfetto rispetto dei suoi diritti individuali. Credo che sia fondamentale garantire a tutti l’educazione adeguata e l’uguaglianza di diritti, nel rispetto reciproco gli uni degli altri. 

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FLORIN CALIPAR

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